A quando la rimborsabilità dell’automisurazione domiciliare?

A cura di: Dott. Stefano Omboni Presidente ARSMED Direttore Scientifico PressioneArteriosa.NET

Le evidenze scientifiche oggi a disposizione dimostrano che questa metodica è utile nel migliorare il controllo pressorio degli ipertesi e l’aderenza alla terapia. Inoltre la disponibilità di un’ampia scelta di misuratori da braccio clinicamente validati ed accurati e la diffusione delle Linee Guida pratiche tra medici e pazienti, potrebbe rapidamente incrementare la diffusione di questa metodica dall’attuale 60-70% degli ipertesi al 100% di essi. Vi sono altresì numerose evidenze che l’automisurazione domiciliare, soprattutto se associata alla teletrasmissione dei valori pressori, può ridurre non solo gli eventi ma anche i costi di gestione diagnostica e terapeutica dei pazienti, con enormi vantaggi economici per il sistema sanitario nazionale. Molti medici si pongono quindi il dubbio se effettivamente i misuratori della pressione possano in qualche modo essere rimborsati, come succede per le strisce reattive utilizzate dai diabetici. Bisogna precisare che il costo contenuto e la lunga vita media di un misuratore elettronico della pressione, fanno sì che una tale opzione possa avere un elevato costo beneficio. Chi è contro questa opzione afferma che l’elevata diffusione dell’ipertensione arteriosa rispetto al diabete, e il potenzialmente alto numero di fruitori, renderebbe questa scelta anti-economica. Noi medici ci auguriamo che il legislatore ponderi l’utilità di una tale scelta, che ridurrebbe ad esempio l’uso eccessivo ed a volte indiscriminato ed inutile del monitoraggio ambulatorio delle 24 ore. Questa metodica diagnostica può rappresentare un costo per la comunità quando utilizzata inappropriatamente. Da parte nostra dobbiamo muoverci promuovendo studi e ricerche che sostengano ulteriormente il vantaggio dell’automisurazione domiciliare in termini farmaco economici.